venerdì 26 aprile 2019

Recensione: L'isola delle anime - Johanna Holmström

TitoloL'isola delle anime
Titolo originale: Själarnas ö
Autore: Johanna Holmström
Editore: Neri Pozza
Tradotto da: Valeria Gorla
Collana: I narratori delle tavole
Data edizione: 10/01/2019
Pagine: 363
Prezzo: 18,00€ (cartaceo) - 9,99€ (ebook)

Finlandia, 1891. Una notte, ai primi di ottobre, una barchetta scivola sull'acqua nera del fiume Aura. A bordo, Kristina, una giovane contadina, rema controcorrente per riportare a casa i suoi due bambini raggomitolati sul fondo dell'imbarcazione. Le mani dolenti e le labbra imperlate di sudore, rientra a casa stanchissima e si addormenta in fretta. Solo il giorno dopo arriva, terribile e impietosa, la consapevolezza del crimine commesso: durante il tragitto ha calato nell'acqua densa e scura i suoi due piccoli, come fossero zavorra di cui liberarsi. La giovane donna viene mandata su un'isoletta al limite estremo dell'arcipelago, dove si erge un edificio, un blocco in stile liberty con lo steccato che corre tutt'attorno e gli spessi muri di pietra che trasudano freddo. E Själö, un manicomio per donne ritenute incurabili. Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno, dopo esservi entrate. Dopo quarant'anni l'edificio è ancora lì ad accogliere altre donne «incurabili»: Martha, Karin, Gretel e Olga. Sfilano davanti agli occhi di Sigrid, l'infermiera, la «nuova». I capelli cadono intorno ai piedi in lunghi festoni e poi vengono spazzati via, si apre la cartella clinica della paziente, ma non c'è alcuna cura, solo la custodia. Un giorno arriva Elli, una giovane donna che, con la sua imprevedibilità, porta scompiglio tra le mura di Själö. Nella casa di correzione dove era stata rinchiusa in seguito alla condanna per furti ripetuti, vagabondaggio, offesa al pudore, violenza, rapina, minacce e possesso di arma da taglio, aveva aggredito le altre detenute senza preavviso. Mordeva, hanno detto, e graffiava. L'infermiera Sigrid diventa il legame tra Kristina ed Elli, tra il vecchio e il nuovo. Ma, fuori dalle mura di Själö la guerra infuria in Europa e presto toccherà le coste dell'isola di Àbo.


Parlare di questo libro non è facile, ho aspettato già troppe settimane per cercare di riordinare i pensieri ma non è servito a molto. 
Ci provo lo stesso:

Il libro ruota attorno alla figura di un manicomio per donne ritenute incurabili, situato a Själö, isola della Finlandia, esattamente nel 1891 e ricopre circa un secolo.
Un romanzo corale che cerca di dare voce alle figure presenti nel manicomio, donne che non hanno commesso nulla, sono semplicemente vittime della società, delle sue imposizioni, del mentalità chiusa di quel periodo.

La prima donna che iniziamo a conoscere è Kristina, una giovane madre che commette il peggiore degli omicidi, senza esserne consapevole. Seguiranno pagine della sua storia che mi hanno messo i brividi, li ho tutt'ora mentre scrivo. 
È una storia devastante e allo stesso tempo rispecchia in maniera perfetta il ruolo della donna in quel periodo, ciò che ci si aspettava da lei e ciò che è era costretta a subire.

Un'altra donna che avrà spazio nel romanzo è Elli.
Elli è una ragazza normale, è stata rinchiusa nel manicomio perché considerata pazza, quando in realtà è semplicemente una ribelle e rappresenta motivo di imbarazzo per la sua famiglia.

A fare da collante ci sarà Sigrid, un'infermiera del manicomio. La sua presenza è necessaria per dare una visione totale di quel luogo.

Un romanzo che parla del dolore, di sopravvivenza, dove il senso della libertà prenderà forma solo nelle sue ultime pagine.
La scrittura della Holmström  riesce a trasmettere tutte le sensazioni presenti. Soprattutto la parte dedicata a Kristina, che è quella che mi ha sconvolta e coinvolta maggiormente e che sarà di certo una storia che non dimenticherò. Il resto del libro procede in modo più lento, fino ad arrivare a un finale un po' confuso e frettoloso.

Non ho letto questo libro per la copertina, la sinossi (che trovo leggermente confusa) o per delle recensioni che ho trovato in giro, sicuramente se consideravo solo questi aspetti questo libro non sarebbe finito per nessun motivo in wishlist.
Per questo ringrazio la challenge che mi sta accompagnando durante questo 2019, perché mi ha dato modo di scoprire delle vere e proprie perle.

È un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine, che mi ha fatto riflettere su dei temi che purtroppo sono presenti anche oggi.
Quindi sì, un libro che consiglio. Un libro doloroso, ma necessario.

4 commenti:

  1. Sembra essere un libro molto intenso. La trama mi ha fatta accapponare la pelle. Grazie per il consiglio! 😘

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo è! Un libro forte e intenso, tanto che più volte ho richiuso il libro per riprendermi dalla lettura.
      :*

      Elimina
  2. Ci sono libri che lasciano senza parole 😊 questo, deduco, sembra uno di questi. Mi ha incuriosita sin dalla prima volta che ho saputo della sua pubblicazione, e penso proprio lo leggerò anche io 😊

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto! Trovare le parole per descriverlo non è stato facile. Sono felice che lo leggerai anche tu, sono curiosa di leggere la tua opinione a riguardo :)

      Elimina