lunedì 16 luglio 2018

Recensione: L'occhio del faro - Heine Bakkeid

TitoloL'occhio del faro
Titolo originale: Jeg skal savne deg i morgen
Autore: Heine Bakkeid
Tradotto da: Francesco Peri
Editore: Giunti
Collana: M
Genere: Thriller
Data di pubblicazione: 20/09/2017
Pagine: 432
Prezzo: 19,00€ (cartaceo) - 3,99€ (ebook)

Il volto grigio, gli occhi cerchiati di scuro, una profonda cicatrice lungo lo zigomo: Thorkild Aske è ormai lo spettro dell'uomo che quattro anni prima, all'apice della sua carriera nella polizia norvegese, era considerato un maestro nell'arte dell'interrogatorio. Incarcerato per aver causato la morte di una donna guidando sotto l'effetto di droghe, Thorkild ha scontato la pena, ma porta ancora i segni di quel tragico incidente. Nemmeno i cocktail di psicofarmaci di cui ha sempre piene le tasche riescono ad arginare le allucinazioni che lo perseguitano: l'immagine di Frei, la ragazza che quel giorno viaggiava al suo fianco, gli appare continuamente davanti agli occhi, con i suoi indomabili ricci biondi. Così, quando lo zio della giovane gli chiede di indagare sulla scomparsa del figlio Rasmus, Thorkild non può rifiutarsi e parte subito per la Lapponia. Qui il ragazzo stava restaurando un vecchio faro arroccato su un'isola, finché di lui non si è persa ogni traccia. Annegato durante un'immersione, sostiene la polizia. O magari, come insinua il vecchio lupo di mare del villaggio, ha avuto la sfortuna di imbattersi nel Draug, il fantasma di un pescatore che secondo la mitologia nordica annuncia la morte a chiunque lo incontri. E mentre sul Circolo polare artico cala la lunga notte invernale, le tempeste che sferzano la costa portano a riva un cadavere: ma non si tratta di Rasmus, bensì di una misteriosa donna dal viso sfigurato...

Ho acquistato "L'occhio del faro" per immergermi nell'atmosfera fredda e misteriosa tipica dei thriller nordici, e sì, è un aspetto che ho ritrovato, peccato per il protagonista e lo stile.

Thorkild Aske è il tipico protagonista tormentato. Un episodio del passato, che verrà analizzato durante il corso della lettura, gli ha sconvolto l'esistenza cambiandolo radicalmente.
Principalmente tutto il racconto è concentrato su di lui e se non si riescono capire le sue azioni e accedere ai suoi pensieri tutto ne risentirà. Ed è stato questo il motivo principale per cui ho trovato questo libro noioso. Non sono entrata in sintonia con il protagonista, mi è sembrato di leggere una sorta di diario senza provare empatia. Probabilmente la causa è lo stile utilizzato: semplice, con una narrazione in prima persona e l'uso del presente. Uno stile che considero poco efficace e difficile da coinvolgere. Se da un lato l'autore vuole mettere al centro il protagonista, dall'altro ho trovato una barriera tra me e Thorkild.

Altre scelte che non mi hanno convinta sono state l'uso esagerato delle descrizioni, tante da essere soffocanti, e la presenza di episodi inutili al fine della trama, come i problemi intestinali del protagonista di cui ne avrei fatto tranquillamente a meno.

La struttura della trama c'è ed è buona. Sfortunatamente le lacune non mancano: alcune forzature di trama, un movente non convincente, il finale è debole, pochi colpi di scena, stile piatto e scarsa suspense.

Lo consiglio? Sicuramente c'è di meglio in giro, non è un libro da bocciare totalmente ma presenta non pochi difetti che saltano subito all'occhio. Comunque avverto chi vuole leggerlo che sono presenti delle descrizioni molto dettagliate di morti e autopsie, perciò non credo sia adatto ai più sensibili.

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